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Il cinema d’animazione ha sempre potuto giocarsi meglio dei live action la carta dei mondi fantastici e immaginari. Anche se da decenni i film interpretati da persone reali cercano di esplorare con alcuni espedienti mitologia, mondo animale, mondo magico ecc… (ovviamente tecnologie del tempo permettendo) il cinema d’animazione ha sempre avuto la possibilità di portare sullo stesso piano ciò che fa parte del nostro mondo con ciò che invece è al di fuori del nostro normale vivere.
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La Pixar, ad esempio, ha dimostrato più volte come si possano ipotizzare e realizzare altre realtà o altri punti di vista: il mondo dei giocattoli (Toy story), quello degli insetti (A Bug’s life), dei mostri (Monsters & Co.), oppure dei pesci (Alla ricerca di Nemo), delle automobili (Cars – Motori ruggenti), della mente (Inside out), dei trapassati (Coco)…
Il 2020 ha portato il famoso studio cinematografico a cimentarsi con un mondo che stranamente, dato che di solito è molto sfruttato, aveva preso in considerazione una sola volta con Ribelle (The brave). Soprattutto considerando i grandi mezzi della Pixar e il loro potenziale.
Stiamo parlando del mondo della magia, forse il primo (o comunque certamente fra i primi) immaginario concepito dall’umanità.
“Onward – Oltre la magia” è il lungometraggio che porta la Pixar su questa nuova strada per quanto, come suggerisce il titolo, il film miri ad affrontare ben altro. Ma non andrò subito ai contenuti… ordine.
Diretto da Dan Scalon, già regista per Monster University, Onward è il 22° lungometraggio animato realizzato dalla Pixar. Il suo lancio, iniziato i primi giorni di marzo del 2020 nelle sale cinema degli Stati Uniti, è stato stroncato dai recenti eventi (la crisi dovuta al COVID-19) che tanto hanno modificato le nostre abitudini. La sua distribuzione è proseguita così alternando piattaforme online di streaming e, nei momenti meno gravi della pandemia, apparizioni veloci nei cinema dei vari Paesi. In Italia è arrivato sui grandi schermi il 19 agosto ma ci sono voluti svariati altri mesi perché fosse possibile trovarlo nel catalogo italiano di Disney+, il film infatti vi si trova disponibile solo dal 6 gennaio di quest’anno.
Trama
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In un mondo fantastico una voce fuori campo introduce velocemente come fossero le cose prima dell’arrivo della modernità. Streghe, maghi, maghe e stregoni svolgevano fondamentali funzioni di supporto al quieto vivere e allo sviluppo delle società e solo pochi, dopo molte fatiche, potevano ambire a diventare uno o una di loro. Ma il progresso, come nel nostro mondo, è avanzato a passi da gigante finendo per confinare la magia agli angoli. Dimenticata, ridotta a un gioco o ad una favola, la magia è divenuta lontana eco di un passato incerto…
La scena si sposta al presente e entriamo di soppiatto nella giornata di due giovani elfi, fratelli: Ian, neo sedicenne in cerca della sua strada, e Barley, fratello maggiore con uno spiccato lato nerd che lo porta ad appassionarsi di magia, sebbene non sia in possesso di poteri, e di storia, in particolare di quell’epoca che pare esser stata l’equivalente del nostro medioevo.
I due sono orfani del padre del quale sentono fortemente la mancanza. Soprattutto Ian dimostra molto di soffrire il non aver avuto tempo da condividere con lui, tanto che un incontro casuale al bar con un vecchio compagno di studi del padre sembra donargli in pochi secondi la possibilità di crearsi almeno una vaga idea di che persona fosse. Quelle poche frasi scambiate in fretta con uno sconosciuto diventano insieme desiderio e stimolo per il futuro Ian che sull’onda dell’entusiasmo si pone una serie di obbiettivi su sfide che aveva fino ad allora evitato, concludendo la lista con “essere come papà” del quale conosce poco ma ammira tanto.
La giornata procede fra tentativi e fallimenti ma inaspettatamente arriva un regalo dal passato a rendere speciale, sia per Ian che per Barley, quel giorno. Insieme allo strano oggetto Wilden Lightfoot, questo il nome del defunto padre, ha lasciato ai figli una lettera con la quale spiega ai figli di aver preparato prima di morire un piano per poterli vedere una volta diventati due ometti… una magia!
Grafica, colonna sonora e contenuti
Semplicemente fantastico l’aspetto tecnico dell’animazione, oramai il minimo che ci si possa aspettare dalla Pixar è un ottimo prodotto in CGI, in alcuni momenti il realismo è tale da scordarsi che stiamo guardando un film d’animazione. Sono rimasto personalmente colpito dai particolari nella scena nella quale Ian scrive la propria lista di obbiettivi. Soffermandosi sulle immagini che inquadrano il blocco di fogli sul quale il giovane elfo scrive vediamo una mano quasi umana, a parte il colorito della pelle certo. Il movimento della penna, le unghie, le scritte non perfette ma fra di loro armoniche sono rese in maniera perfettamente realistica.
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La colonna sonora per Onward è stata composta e diretta da Mychael Danna e Jeff Danna, duo di fratelli canadesi che spesso collaborano fra di loro, ed è raccolta in un album omonimo insieme al brano che accompagna i titoli di coda. Di Mychael Danna è possibile ricordare la non lontana vittoria agli Oscar per la colonna sonora di Vita di Pi.
In generale non posso dire di esser rimasto colpito, per quanto appaia piuttosto chiaro che dietro ai 44 brani che si susseguono durante il film ci siano delle esperte menti musicali. Se infatti è giusto affermare che il compito assegnato viene decisamente assolto senza pecche, vero è anche il fatto che le emozioni più grandi arrivano dalla storia in maniera indipendente delle musiche.
Ben più azzeccata al contesto ed emozionante risulta invece la canzone interpretata da Brandi Marie Carlile, e scritta dalla stessa pluripremiata cantante americana insieme a Timothy Jay Hanseroth e Phillip John Hanseroth: Carried you with me. Dallo stile country e nostalgico il brano probabilmente nasce come canto romantico sul percorso di una coppia ma ben si adatta in alcuni passaggi all’amore che può esserci anche fra due amici o, come nel caso di Onward, fra due fratelli.
Ricollegandoci all’inizio di questo nostro breve articolo andiamo ora a concentrarci sui contenuti. Il titolo originale “Onward” si rivela stranamente meno azzeccato di quello a traduzione italiana. Perché? Il motivo sta semplicemente in quanto viene riassunto in quelle 3 parole aggiunte rispetto all’inglese:
“oltre la magia”.
È il film stesso che dà l’illusione di centrarsi sulla magia come tema prevalente, almeno questo sembra trasparire dal prologo iniziale che viene narrato, in italiano, con la voce di Fabio Volo (riconoscibile anche in Po di Kung fu panda per gli appassionati).
Ma è durante la visione che ci rendiamo conto di esser cascati in un trappolone: la magia è solo il contorno, un guscio molto molto sbrilluccicante con la sola funzione di avvinghiare il nostro interesse. Certo la parte magica in un film è decisamente gradevole, anche perché altrimenti l’universo fantasy crollerebbe quasi del tutto, ma superando questo ammaliante contesto si arriva ai temi prescelti per lo svolgimento della storia: la perdita di una persona cara; il legame fra fratelli; il farsi “elfo” (uomo o donna in questo caso sarebbero stati errati); ma più di tutto l’attenzione viene posta sull’evoluzione del più giovane dei due protagonisti, Ian, e sulla sua epifania che lo porta da rimpiangere ciò che ha prematuramente perso a sentirsi grato per quanto gli viene donato giorno per giorno. Ancora tante emozioni quindi e tanti sentimenti anche se, forse, ci si poteva puntare di più rispetto ai pochi minuti finali.
Onward – Oltre la magia è un film per tutti. Per i più piccini, affascinati da ogni incantesimo e scena d’avventura; per le famiglie; per i più grandi, per guardare bene ai doni ricevuti; per i fratelli e le sorelle, per non scordarsi gli uni degli altri.
Non riesce certamente come uno dei più potenti film a marchio Pixar ma nemmeno si posiziona male in un’ipotetica classifica.
Voto 6 e mezzo
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Note
1) Durante il film sono presenti numerose chicche semi nascoste qua e là ma in particolare mi senti di farvene notare un paio:
la prima, la Luxo Ball, la palla che si presenta per la prima volta nel famoso corto animato della Luxo Junior nel quale la famosa lampadina che diverrà parte fondamentale delle sigle Pixar gioca con una palla gialla, blu e rossa. Nel film la ritroviamo citata su uno degli scudi appesi al muro della locanda della Manticora;
la seconda, sempre nella locanda della Manticora, il motivetto di Buon compleanno cantato dai camerieri ad una bimba. Si tratta dello stesso motivetto che Yzma subisce al ristorante ne Le follie dell’imperatore;
2) Il primo personaggio omosessuale della Disney: anche se non dovrebbe fare scalpore inutile negare che sia una cosa nuova, e anche se in molti Paesi la cosa è stata censurata (se non tutto il film), ci voleva!